Marina di Varazze: Miglia percorse 12 – Tempo 5 ore
Arrivo alla Marina alle ore 9,30, il tempo di andare in ufficio a prendere le chiavi del Beneteau, per poi correre a preparare la barca in attesa dell’armatore. Anche oggi il tempo è molto variabile, le previsioni non sono ottime e vi è la possibilità di pioggia. In compenso dovrebbero esserci un 7/8 nodi di vento di termica che spingono dal mare, una situazione ideale per far rotta verso Genova, dovremmo farcela ad andare di bolina e tornare al traverso/lasco. Alle 10 arriva l’armatore, la barca è pronta a salpare: armatore al timone, accensione, mollare gli ormeggi, andatura al minimo, via parabordi, uscita in mare. Fuori dalla diga abbiamo il vento di bolina sulle mura di sinistra: “Apriamo” dico al mio compagno che sta al timone: ” Mi metto al vento?” ribadisce lui. Ora, voglio aprire una parentesi sulla questione “apro prima la randa o il fiocco?” Di norma la manovra canonica è: prua al vento, issa randa, andatura bolina, apri il fiocco. Ma se il vento non è forte perché non aprire prima il fiocco, acquisire una buona andatura stabile di bolina, per poi lascare la scotta randa, portare il boma al vento e drizzare la randa? Non è forse la manovra che si effettua per terzarolare? Visto sopratutto che siamo già di bolina, che c ‘è poco vento. e che l’armatore non conosceva la manovra, decido di fargliela vedere: “Lei mantenga l’andatura di bolina, al resto ci penso io” dico. Fila tutto liscio: apro il fiocco, mollo la scotta randa, sbando il boma, poi quando salgo sulla tuga, in prossimità dell’ albero sbatto, non so dove il dito medio, mi si aggancia l’unghia e si scarna: sangue a fiotti. Dito subito in bocca, il rimedio naturale soft del marinaio e del contadino; quello hard ve lo spiego in privato se lo richiedete nei commenti. Riesco comunque a issare la randa, succhiando e tirando alternativamente. Tutto ok, spegniamo il motore, e ci dirigiamo verso Genova. Di bolina in bolina tra un: ” poggiamo” e un ” laschiamo”, fermandoci in cappa per consumare uno spuntino arriviamo ad Arenzano alle 13,30: ” Le va bene se rientriamo per le 15? ” chiede l ‘armatore? “Certo!” rispondo ” “Allora dobbiamo tornare, pronti ad abbattere?” Si va alla poggia, le vele la seguono, cazza scotta randa che va al centro, abbattuta, passa il fiocco, lasca randa. Si torna al lasco, dritti come fusi. Bella veleggiata, con poco vento siamo riusciti a fare anche 4 nodi, abbiamo incontrato altre imbarcazioni che ci siamo lasciati in scia. Buona barca l’Oceanis 31.3.
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