Rotta: Cala Zimmari (Panarea) – Cala Ignuda (Vulcano). Miglia percorse: 16,00. Tempo : 2,30 ore.
“Vieni a darmi una mano! Issiamo il code zero”, mi urla il capitano. Siamo di partenza per Cala Ignuda un approdo sull’isola di Vulcano ben riparato e molto suggestivo. Apro il gavone sulla prua dello scafo sinistro del catamarano e finalmente issiamo il code zero. La prima cosa che noto è la facilità con cui si arma questa vela portante che si manovra come un genoa, niente a che vedere con il gennaker o peggio ancora con lo spi. Avremo modo di provarlo ma non oggi in quanto il vento cala di brutto. Procediamo a motore verso le Bocche di Vulcano che raggiungiamo dopo 15 miglia e 2 ore di navigazione. Oltrepassato il canale sentiamo qualche sbuffata di Eolo non sufficiente, comunque, per convincerci a dar aria ai motori eolici. Scendiamo a sud, in una mezz’ora dovremmo essere in rada. Lo spettacolo che mi si presenta agli occhi è epico. Doppiata Pietra Quagliotta, uno scoglio di circa 70 metri di diametro che svetta a picco dal mare di almeno 150 metri, entriamo in una insenatura ben riparata le cui pareti sono talmente alte e scoscese da non permettere in alcun modo l ‘accesso al mare da terra. Cala Ignuda mi racconta che all’arcipelago delle Eolie Omero ha ambientato sua odissea. Siamo soli, ci prepariamo per la notte testimoni del silenzio.
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