Rotta: Marsala – Sciacca. Miglia percorse: 50. Tempo: 8 ore.
Nella notte Don Scirocco fa le bizze e mi sveglia. Si accanisce proprio al giardinetto di tribordo dove si trova la mia cabina. Al mattino la barca è scarrocciata a babordo di una cinquantina di centimetri, controllo la cima di poppa e la trappa sopravento tutto ok, sono in tensione ma reggono bene. Ci prepariamo a salpare. In porto una barca ormeggiata è come se fosse assopita nonostante le sue funzioni vitali siano migliori in quanto succhia corrente e acqua dalla banchina. Ho la sensazione che una barca attraccata sia triste e sempre in attesa. Prima di mollare gli ormeggi bisogna: fare acqua, staccare la presa di corrente, ritirare la manichetta, chiudere tutti i passa-uomo e gli oblò, preparare le cime di poppa in di modo che si possa sfilare il doppino senza che si incattivisca. Intanto il comandante ha già controllato il livello del carburante e dopo aver guardato le previsioni meteo, ha calcolato la rotta migliore tenendo conto della direzione del vento. E la barca va! Incontro alla meta: il porto di Sciacca. Ora prevista di arrivo 18:00, dopo 7 ore di navigazione. Appena usciti dal porto scendiamo a motore sotto costa con vento contrario per circa sei miglia, dopodiché issiamo le vele e prendiamo un buon 14 nodi di scirocco che risaliamo di bolina bella larga. La nostra velocità si avvicina ai 6 nodi, non male ma dovremo bordeggiare parecchio per non scostarci troppo. Dopo la prima virata ci rendiamo conto che l’angolo per risalire il vento è troppo largo, Più di tanto non possiamo stringerlo in quanto il Saba sotto i 30 gradi non tiene la bolina. Ahimè siamo costretti a farci dare una mano dai motori. Rolliamo il fiocco e continuiamo con randa e motori. A bordo abbiamo passeggeri in vacanza ai quali non possiamo far sorbire ore e ore di navigazione a vela con continui cambi di mura. Diverso sarebbe se fossimo stati soli: il capitano, io, la barca e il vento! Avremmo armeggiato di vele e timone, cambiato mura, limato il vento con andature estreme. Avremo raggiunta la meta con qualche ora di ritardo ma soddisfatti. Prima di entrare in porto tappa per il bagno. Ci fermiamo a ridosso di capo San Marco, in una piccola baia con posidonia e sabbia, cerchiamo di ancorare sulla sabbia per non infastidire la pianta marina. Ci voleva! Dopo quasi 7 ore di navigazione il tuffo nella rigenerante acqua e stato una goduria. A sera si entra in porto a Sciacca prigionieri del brutto tempo. Chissà quando salperemo.
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